domenica 20 giugno 2010

Maarten van Nieuwenhove eroe dell'heavy metal

Pochi conoscono la storia di Maarten van Nieuwenhove. Promettente studente di fisica sul finire degli anni '80 del secolo scorso, grande appassionato di heavy metal, era praticamente scomparso già nella prima metà degli anni '90, ma chi lo conosceva sapeva che si stava dedicando a un progetto scientifico grandioso.

Grazie a dei finanziamenti ottenuti forse con il supporto dei servizi segreti di uno stato estero, stava sviluppando una macchina del tempo. Ovviamente chi lo finanziava non conosceva il suo movente: se l'incarico datogli era probabilmente legato al crollo del comunismo, lui voleva cambiare il corso della musica: Nevermind, Badmotorfinger, il "black album", Vulgar Display of Power, Images and Words, come scriveva nel suo diario, avevano "rovinato irreversibilmente la scena musicale" e lui voleva semplicemente fare in modo che questi dischi non apparissero mai, "per fare del 1994 un anno migliore".

In questa folle fiducia nei principi di causa ed effetto, non è certo celata la sua grande ambizione, un tratto caratteriale che lo salverà nonostante il suo progetto fosse fallito a causa, evidentemente, di un errore tecnico. Infatti, anche se questa vicenda non apparirà mai negli annali ufficiali, chi è stato vicino a Maarten può giurarvi di riconoscerlo in un famoso ritratto, non certo di un uomo povero, del XV secolo. La sua missione fallì ma, paradossalmente, se qualcuno dei suoi compagni di studio avesse anche solo sfogliato un libro di storia dell'arte, che cosa sarebbe successo? Chi avrebbe potuto evitare che questo giovane metallaro intraprendente avesse un ruolo nella storia europea cinque secoli prima di nascere?

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