domenica 30 maggio 2010

L'archeologo di Malevil



Non è facile capire come si vivesse prima del Giorno X. Ma a volte siamo così fortunati da trovare, nella distruzione generale, alcune testimonianze. Qui a Malevil, per esempio, una camera è rimasta protetta da interminabili macerie, e contiene libri, dischi e nastri magnetici e lettori di nastri magnetici. La cultura del tempo era ricca di rappresentazioni di sé, per fortuna, che nella tabula rasa della storia forniscono quadri preziosi. Scopriamo, per esempio, che i racconti sulla società del benessere e delle comodità sono privi di fondamento, e il nostro mondo non sembra tanto diverso da quello.

Grazie ai testi delle canzoni ("Army of the Immortals", "Denim and Leather", "Hellion"), sappiamo che per assistere a un concerto si doveva "camminare nella neve" e "attendere sotto la pioggia", o "fare la coda attraverso il ghiaccio e la neve" (i concerti, tra l'altro, sembrerebbero più dei rituali che semplice intrattenimento, se dobbiamo prendere alla lettera frasi come "vi diamo il nostro sangue" o "ti inchini all'altare del rock'n'roll"). Anche l'abbigliamento non sembra troppo dissimile da quello di poche generazioni successive al Giorno X, come d'altra parte i fatti che possiamo vedere in un nastro dove la vita quotidiana è scandita da lotte del tutto attuali per le scorte di carburante. Insomma, non è compito dell'archeologo giudicare il passato né il presente, ma c'è davvero da essere nostalgici dell'economia - come dicevano al tempo - del "terzo millennio"?

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